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Fontanellato, i capolavori di Parmigianino e la Rocca Sanvitale
Alla scoperta dei simboli di Fontanellato. Il comune di Fontanellato si trova a circa 20 km da Parma, nel cuore della cosiddetta Bassa Parmense. A questa bellissima località sono state recentemente conferite: la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, il titolo di “Città d'Arte e Cultura” e quello di “Cittaslow - Città del buon vivere e della buona tavola”, riconoscimenti che danno rilievo internazionale al patrimonio culturale storico ed artistico di questo luogo.
Le origini di Fontanellato sono da rintracciarsi nell’Età del Bronzo ma fu solo dopo l’anno 1000 che questa scenografica città iniziò ad assumere la sua attuale conformazione.
Cuore della città è la celeberrima Rocca Sanvitale che si erge, maestosa, proprio al centro della cittadina. La Rocca fu costruita a partire dal XIV secolo sul castello edificato qualche secolo prima e nel corso dei secoli ha perduto il suo status di fortezza difensiva per diventare prima residenza dai conti di Sanvitale e successivamente museo.
La Rocca Sanvitale ha una pianta quadrata ai cui angoli sono posti quattro torrioni, tuttavia, la vera peculiarità della fortezza è il grande fossato che la circonda, il quale è alimentato dalle sorgenti sotterranee, dette fontanili, che sono tipiche del territorio padano. L’antico ponte levatoio che dava accesso alla rocca è stato sostituito da un ponte di pietra, meno affascinante, ma di certo più pratico.
La struttura, con il suo aspetto massiccio, è idealmente un possente scrigno che custodisce dei veri e propri tesori. Sul piano superiore della rocca, ad esempio, sorge l’interessante giardino pensile ristrutturato da Luigi Sanvitale nel 1830 e tramite il quale è possibile accedere alla camera ottica della torre sud-est, ovvero uno spazio costituito da un sistema di lenti e di prismi che riflette su uno schermo l’immagine della piazza prospiciente e della Chiesa di Santa Croce.
La visita guidata all’interno della rocca permette di ammirare: le sale arredate dell’appartamento nobile, il giardino pensile, la camera ottica e le stanze a piano terra.
Proprio a piano terra si trova il “Camerino di Diana e Atteone” ovvero la saletta affrescata dal Parmigianino (Francesco Mazzola) nel XVI secolo. Il conte Galeazzo Sanvitale e la moglie Paola Gonzaga commissionarono al celebre artista la decorazione di questo ambiente che oggi risulta essere uno dei capolavori più prestigiosi del Parmigianino.
La volta presenta un pergolato pittorico dal quale spuntano dodici putti con ghirlande, frutti e fiori. Il pergolato racchiude uno squarcio di cielo al centro del quale è posto uno specchio rotondo che reca la scritta “Respice finem” cioè “osserva la fine”.
Al di sotto del pergolato si aprono quattordici lunette raffiguranti il mito di Diana e Atteone, tratto dalle “Metamorfosi” di Ovidio.