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Con Dante e Virgilio per scoprire le origini di Mantova
Un tuffo nella Divina Commedia. Le origini della città di Mantova si perdono nel mito greco che narra le vicende della profetessa Manto.
Secondo la leggenda Manto, figlia dell’aruspice Tiresia, dopo aver lasciato Tebe vagabondò a lungo e pianse a tal punto che le sue lacrime diedero vita ad un bacino paludoso. Su quel lago il figlio Ocno, generato insieme alla divinità fluviale Tybiris (Tevere), fondò la città di Manto in onore della madre.
Lo stesso Dante Alighieri rievoca questa versione riguardo la fondazione della città.
Virgilio, infatti, accompagnando Dante nella IV bolgia, quella degli indovini, descrive Manto come colei che ha il seno coperto dai capelli e che durante la sua vita aveva vagato a lungo finché non si era stabilita laddove anche Virgilio era nato, a Mantova. Dopo aver descritto l’area geografica in cui sorge la città, il poeta racconta che Manto visse in questo luogo fino alla morte e che, quindi, sul corpo dell’indovina fu fondata la città che porta il suo nome:
che tu non vedi, con le trecce sciolte,
e ha di là ogne pilosa pelle,
Manto fu, che cercò per terre molte;
poscia si puose là dove nacqu’ io;
onde un poco mi piace che m’ascolte.
Poscia che ’l padre suo di vita uscìo
e venne serva la città di Baco,
questa gran tempo per lo mondo gio.
Suso in Italia bella giace un laco,
a piè de l’Alpe che serra Lamagna
sovra Tiralli, c’ ha nome Benaco.
Per mille fonti, credo, e più si bagna
tra Garda e Val Camonica e Pennino
de l’acqua che nel detto laco stagna.
Loco è nel mezzo là dove ’l trentino
pastore e quel di Brescia e ’l veronese
segnar poria, s’e’ fesse quel cammino.
Siede Peschiera, bello e forte arnese
da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi,
ove la riva ’ntorno più discese.
Ivi convien che tutto quanto caschi
ciò che ’n grembo a Benaco star non può,
e fassi fiume giù per verdi paschi.
Tosto che l’acqua a correr mette co,
non più Benaco, ma Mencio si chiama
fino a Governol, dove cade in Po.
Non molto ha corso, ch’el trova una lama,
ne la qual si distende e la ’mpaluda;
e suol di state talor esser grama.
Quindi passando la vergine cruda
vide terra, nel mezzo del pantano,
sanza coltura e d’abitanti nuda.
Lì, per fuggire ogne consorzio umano,
ristette con suoi servi a far sue arti,
e visse, e vi lasciò suo corpo vano.
Li uomini poi che ’ntorno erano sparti
s’accolsero a quel loco, ch’era forte
per lo pantan ch’avea da tutte parti.
Fer la città sovra quell’ossa morte;
e per colei che ’l loco prima elesse,
Mantüa l’appellar sanz’altra sorte.
Inferno, Canto XX, 52-93
Di fronte alla Biblioteca Comunale di Mantova, si trova la piccola Piazza Dante Alighieri con il monumento dedicato al poeta riprodotto dallo scultore Pasquale Miglioretti nel 1871.
La sua città natale dedica a Virgilio numerosi luoghi, tra questi i più importanti sono l’Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze, Lettere e Arti
e Piazza Virgiliana
con il monumento a Virgilio.