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Orvieto, il fascino di un borgo scavato nel tufo
Antico gioiello incastonato nell’Appennino umbro. “Da una collina elevata a 300 e più metri sul livello del mare, Orvieto domina un corridoio laterale della grandiosa via fluviale tiberina, che ha avuto, specie nel Medio Evo, un'importanza commerciale ben nota; sbarrando, alta e minacciosa, la valle del fiume Paglia, il quale trae origine dal Monte Amiata, scorre a settentrione della città, presso questa riceve le acque del Chiani e, così ingrossato, va ad unirsi al Tevere poche miglia più giù.
La collina orvietana sorge isolata e a picco sull'angusta pianura, tutta fasciata e direi quasi corazzata da rupi giallastro-scure di tufo vulcanico, sicché sembra una fortezza paurosa e inaccessibile.”
Così lo scrittore Giuseppe Pardi descrive la scenografica cittadina di Orvieto nel suo “Comune e signoria a Orvieto” e non c’è descrizione che possa essere più adatta a dipingere questo luogo così sorprendente ed evocativo che lascia incantato chiunque si trovi per la prima volta alle pendici della rupe tufacea che ospita Orvieto.
Il senso di immobilità ed atemporalità che questo luogo suscita è dato dalla maestosità con la quale questa grande piattaforma si innalza al di sopra della valle dei fiumi Paglia e Chiani e dagli insoliti colori tra il bruno e l’ocra che la avvolgono rendendolo un posto unico al mondo.
Al di sotto della città si apre un intricato dedalo di grotte e scanalature aperte nel tufo e sfruttate già in epoca etrusca. I cunicoli sotterranei che percorrono tutto il massiccio orvietano possono essere ammirati ogni giorni dell’anno grazie a dei tour guidati; i percorsi dell’Orvieto Underground permettono di ripercorrere la storia di questo luogo frequentato sin dall’Età del bronzo.
Si torna in superficie solo per attimo, perché sotto le radici della centro storico ci attende un’altra sorprendente realtà: il celebre Pozzo di San Patrizio. Questa struttura risale al XVI secolo ed è stata progettata da Antonio da Sangallo per procurare acqua nei momenti di siccità o assedio nemico.
Profondo oltre 50 metri il pozzo è costituito da un cilindro con 72 finestroni e due scalinate elicoidali che non si incontrano mai, così strutturate per agevolare la raccolta dell’acqua.
Anche la storia di Orvieto è molto interessante, dopo la fase etrusca, infatti, la città fu rasa al suolo dai romani e successivamente fu dominata dai longobardi. Nel 1137 Orvieto fu annessa allo Stato Pontificio tramutandosi in una vera a propria cittadella guelfa.
E’ a questo periodo che risale l’edificio più celebre e spettacolare della città: il Duomo, edificato a partire dal 1290 in stile gotico.
Papa Nicolò IV ne ordinò la realizzazione per fare in modo che il Duomo custodisse la reliquia del Corporale che durante il miracolo di Bolsena del 1263 era stata bagnata da alcune gocce di sangue stillate da un'ostia.
Alla costruzione dell’edificio parteciparono molti degli artisti più celebri del XIV secolo: l’architetto Lorenzo Maitani, Fra Bevignate da Perugia Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano, Andrea di Cione, Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e Luca Signorelli.